Abbiamo tutti familiarità con l’effetto “viaggio di ritorno”: quando andiamo in un posto che non conosciamo tornare indietro per la stessa strada ci sembra in genere più breve anche se in realtà abbiamo percorso per la stessa distanza.
Fernando “Oreste” Nannetti non ebbe la possibilità di sperimentare questo effetto. Trasferito nel 1958 dal manicomio di Roma a quello di Volterra morirà nel 1994 senza aver mai più rivisto la sua città natale.
Ciononostante Nannetti organizzò un suo personale e originale “viaggiò di ritorno” attraverso il ricordo delle esperienze vissute e con la “familiarità” dei luoghi in cui negli anni fu costretto a vivere.
Luoghi per loro natura perturbanti, dove ciò che dovrebbe restare segreto, nascosto, può affiorare generando angoscia, facilitando l’accesso all’antica dimora di ogni uomo, al posto della “prima casa” in cui ognuno è stato almeno una volta, in principio, il grembo materno.
Il sentimento perturbante insorge quando si palesa ciò che era tenuto nascosto, un “ritorno del rimosso” inteso come “ritorno del medesimo” che ingenera la rappresentazione del doppio in espressioni artistiche o in pensieri, movimenti e processi automatici, ripetitivi, meccanici che sembrano essere prodotti al di fuori di un’attività mentale ordinaria, percepiti come paurosi, estranei, misteriosi, inspiegabili, spesso con connotati soprannaturali. Talvolta inaspettatamente visionari.
Con il suo “muro graffito” Nannetti ci racconta l’universo temporale di NANOF, quello dell’astronautico ingegnere minerario nel sistema mentale, una creazione poetica e profetica dai cui prese avvio il “viaggio” del Museo Laboratorio della Mente con Studio Azzurro. Viaggio che ci portò nel 2008 a scrivere una nuova storia del muro nel nuovo Museo Laboratorio della Mente che propone e insieme riconfigura sguardi e narrazioni, che valorizza le differenze opponendosi all’omologazione, che non stigmatizza i matti ma neanche li disconosce, che non li distingue ma nemmeno li respinge, che continua a parlare di uno scarto rispetto alla mediocrità della normalità.
Nel Decennale di un’ininterrotta collaborazione tra il Museo Laboratorio della Mente e Studio Azzurro realizziamo il “viaggio di ritorno” a Roma di Fernando “Oreste” Nannetti e con questo un “viaggio di ritorno” di Studio Azzurro a Volterra dove incontrò per la prima volta il muro graffito negli anni ’80.
Ma in questo viaggio ci accompagna anche l’opera dell’Azienda USL Toscana nordovest e della Onlus Inclusione Graffio e Parola, che in questi anni hanno avviato e consolidato a Volterra la tutela e valorizzazione della memoria e delle memorie sociali e culturali del Frenocomio di San Girolamo e del graffito di Nannetti.
La mostra è affiancata da un programma di eventi cinematografici, teatrali, scientifici, letterari e musicali.
Enti promotori
Museo Laboratorio della Mente ASL Roma 1
Azienda USL Toscana nordovest
Studio Azzurro
Onlus Inclusione Graffio e Parola
Progetto e realizzazione
Museo Laboratorio della Mente ASL Roma 1
Studio Azzurro
Con il patrocinio di
Comune di Volterra
In collaborazione con
Centro Studi e Ricerche S. Maria della Pietà Associazione Onlus
Sede
Museo Laboratorio della Mente ASL Roma 1
Piazza S. Maria della Pietà, 5 Roma
23 Maggio – 13 Luglio 2019
Inaugurazione 23 Maggio 2019 ore 18.00