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SALUTE MENTALE, CARCERE E PROBATION

a cura dei volontari del Servizio Civile Universale della UOSD Laboratorio Museo della Mente: Costanza Maria Camerano, Simone Corvino, Luca Gigliarelli Fiumi, Mattia Lumaca, Luca Marchi, Martina Pisaniello, Maria Sara Sammarco

 

 

Nella giornata del 12 dicembre 2024, presso la sala Basaglia del S. Maria della Pietà, si è tenuto il corso: “Salute Mentale, Carcere, e Probation. Possibili trattamenti tra clinica e normativa”, organizzato dal direttore del D.S.M. ASL ROMA 1 Dottor Giuseppe Ducci e la Dottoressa Adele Di Stefano, responsabile UOSD Salute Mentale e Dipendenze in Ambito Penale.

Durante l’incontro si è parlato di questioni relative al trattamento della salute mentale all’interno degli istituti penitenziari. Nell’introduzione Ducci ha sottolineato la necessità di creare una sensibilità comune tra personale sanitario e amministrazione carceraria, evidenziando come ad oggi gli operatori sanitari svolgano principalmente una funzione di custodia piuttosto che di cura con i pazienti psichiatrici coinvolti in procedimenti giudiziari. A seguire, ha preso parola Irma Conti­ – Garante Nazionale dei Detenuti – che ha introdotto il tema del sovraffollamento negli istituti penitenziari italiani, riflettendo anche sulla drammatica questione dei suicidi nelle carceri.

Nel primo intervento Anna Maria Giannini – ordinaria presso la Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza Università di Roma – ha affrontato il rapporto tra disturbo antisociale e condotte violente evidenziando come non siano necessariamente correlati. La ricerca di Giannini conclude che, qualora un individuo affetto da disturbo antisociale commettesse un reato, la responsabilità dovrebbe essere riferita allo stesso e non alla patologia, al contrario di quanto previsto dagli articoli 88 e 89 del codice penale. Questi ultimi postulano l’incapacità di intendere e di volere di chi commette reato in stato di infermità mentale, comportando la non imputabilità dei soggetti coinvolti.

Il secondo intervento, tenuto dal Dottor Andrea Astuto (UOSD Salute Mentale e Dipendenze in Ambito Penale), si è concentrato sui trattamenti che i detenuti ricevono una volta entrati in carcere. Il suo lavoro presso l’istituto penitenziario di Regina Coeli ha fatto emergere che nella popolazione carceraria i disturbi psichiatrici si manifestano più frequentemente rispetto ai non detenuti. Inoltre, a complicare le condizioni psicologiche nelle carceri, si riscontra una rilevante presenza di DUS (disturbi da uso di sostanze). È nella struttura penitenziaria che avviene spesso la prima diagnosi; tutti i detenuti al momento dell’ingresso in carcere vengono sottoposti a una visita psichiatrica e qualora manifestassero sintomi riconducibili a una patologia ricevono trattamento intramurario o esterno a seconda delle necessità.

Nella seconda parte della mattinata è stato approfondito il tema della gestione e del trattamento farmacologico nei pazienti con psicosi (Dott. A. Sbardella) e con disturbo da uso di oppioidi nelle strutture carcerarie (Dott.ssa R. Garofano)

La mattinata si è conclusa con un intervento della dottoressa Antonella Tarantino (Servizio Sanità Penitenziaria – REMS e PUR, Direzione Salute e Integrazione Sociosanitaria – Regione Lazio) e del Dottor Stefano Anastasia (Garante Regionale Persone Ristrette della Libertà Personale).

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