
Vincenza Ferrara
Sapienza Università di Roma, Direttrice del Laboratorio di Arte e Medical Humanities per ricerche e sperimentazioni didattiche sull’utilizzo dell’arte visiva per la formazione del personale di cura in corsi universitari e in ECM
Comitato scientifico Cultura è Salute, Progetto a cura Associazione Club Medici
La realizzazione dell’evento all’interno delle corsie Sistine dell’Ospedale S. Spirito in Sassia, Il piu’ antico ospedale d’Europa, ci permette di parlare o, meglio, ri-parlare delle arti per la salute. Possiamo tornare a Ippocrate, riferimento principe per l’Ars Medica, che credeva utile la ricerca dei rapporti tra uomo e ambiente circostante per un approccio del medico correlato a una visione olistica. Ai suoi tempi troviamo l’organizzazione della cura all’interno dei Templi dedicati al dio della medicina Asklepios (Esculapio) e alle strutture collegate che includevano il teatro, lo stadio, la foresteria per i pazienti e i loro familiari e gli alloggi dei curanti con la presenza di molte sculture o artefatti dedicate al dio o alla guarigione dalle malattie (ex-voto). Con l’avvento della cristianità i luoghi di assistenza e di cura vennero adibiti negli spazi religiosi come ad esempio monasteri e conventi con l’arte ospedaliera medievale che si rivolgeva spesso ai santi per la guarigione e aveva lo scopo di ispirare la preghiera. Da una struttura sorta nel 727 come Schola dei Sassoni, nel 1198 Innocenzo III costruisce l’ospedale per l’accoglienza dei pellegrini che si recavano a Roma per visitare la tomba di Pietro, e dopo vari incendi SISTO IV nel 1471 lo fa ricostruire come lo possiamo vedere oggi. La corsia, divisa poi da un Tiburio con Statue degli Apostoli, prevede un ciclo di affreschi, un altare attribuito al Palladio a rappresentare quanto si ritenesse importante la cura del corpo insieme a quella dell’anima. Come è possibile notare le opere scultoree e pittoriche che impreziosiscono le Corsie Sistine si trovano a un’altezza molto elevata per permetterne la visione da parte dei pazienti sdraiati nei letti rappresentando la volontà di alleviare le sofferenze attraverso la bellezza e l’arte. Anche altri ospedali storici seguono le stesse “prescrizioni”. L’evoluzione della medicina nei secoli cambia l’approccio della cura, studia i fenomeni attraverso l’uso della regione e si assiste quindi allo sviluppo del modello biomedico. Tale modello, ovviamente semplificando, considera il corpo come una macchina e la malattia un suo guasto iniziando ad allontanarsi dall’approccio olistico che aveva governato non solo la cura ma anche le strutture di cura. Le strutture ospedaliere cambiano. Dopo la metà del novecento gli studi nel settore della salute riscoprono l’utilità dell’approccio Bio-psico-sociale con il ritorno alla cura integrale che oltrepassa la dimensione corporea della patologia. Si sviluppano i primi studi sull’innovazione dei luoghi di cura con l’inserimento di progetti che prevedono il miglioramento degli spazi a partire da arte e colori alle pareti. Attività con le arti visive, la narrazione, la musica, il teatro per operatori e pazienti con anche la presenza di punti biblioteca. La stessa organizzazione mondiale della sanità ha realizzato uno studio nel 2019 seguendo diversi studi che hanno dimostrato quanto l’esposizione alle arti promuova il benessere e la salute. Ci si occupa anche di valutare le pratiche utili per promuovere un approccio bio-psico-sociale dei curanti. Nascono quindi le Medical Humanities che aiutano a definire un settore interdisciplinare della medicina e in generale della cura che include le scienze umane, le scienze sociali, le arti e la loro applicazione sia nell’educazione medica che nella pratica clinica. Assistiamo all’introduzione delle scienze umane nella formazione universitaria e continua per migliorare competenze e limitare lo stress per i professionisti della salute con pratiche di Medicina Narrativa, Visual Thinking Strategies, Teatro e altro ancora per sviluppare competenze cognitive, relazionali, emotive e limitare lo stress dei curanti.
A partire dall’osservazione dello spazio dell’antico ospedale e dall’ascolto dei temi e dell’esperienze, tantissime in tutta Italia, presentate in queste due giornate si è parlato di come possa essere utile promuovere il benessere e la salute della persona attraverso l’ambiente e utilizzando attività ed esposizione alle arti. Di come tali strumenti possono aiutare nello sviluppare un approccio olistico nel personale di cura e nella creazione di confort e limitazione dello stress. Forse c’é ancora molta strada per rendere queste esperienze una realtà riconosciuta dal sistema sanitario ma il cammino è iniziato!.