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LA UOSD SALUTE MENTALE E DIPENDENZE IN AMBITO PENALE DEL DSM ASL ROMA 1 

La UOSD Salute Mentale e Dipendenze in ambito Penale (UOSD SMDP) del DSM ASL Roma 1

 

La Casa Circondariale Regina Coeli ospita mediamente poco più di mille persone, a fronte di una capienza regolamentare prevista di 638 posti; è uno degli Istituti con più alto tasso di sovraffollamento. L’antica struttura del 1600 ospitava un monastero ed è stata trasformata in carcere dopo l’unità d’Italia; sin dai primi decenni del Novecento è stata più volte ipotizzata la sua totale trasformazione con trasferimento del carcere in altra sede più adeguata. Inoltre, l’Istituto era originariamente destinato ad arrestati in misure cautelari con una previsione di permanenza breve in attesa di successiva scarcerazione o trasferimento in altro Istituto; negli ultimi anni ospita invece anche detenuti definitivi (più del 40% dei presenti) con pene anche pluriennali.

Ciononostante l’offerta di attività educative rieducative rimane vincolata alla originale finalità, con una esigua offerta di interventi formativi, culturali, ricreativi e lavorativi. Il sovraffollamento, i limiti strutturali e la carenza di attività rieducative costituiscono i principali fattori che influiscono direttamente e negativamente sulle condizioni di salute mentale (Prison and Health, 2014 WHO).

Nella CC Regina Coeli è presente un reparto (II Accoglienza) dedicato alle fragilità, non riconosciuto quale Articolazione per la Salute Mentale e che ospita (a rotazione) 18 persone con quadri clinici di particolare gravità e scompenso clinico e comportamentale.

In questo contesto è stata istituita dal 2021 la UOSD Salute Mentale e Dipendenze in ambito Penale, con la finalità di garantire un intervento sanitario specialistico ed integrato a favore delle persone ristrette in Istituto.

Dai dati epidemiologici nazionali e internazionali, emerge che circa il 15-20% della popolazione detenuta è affetta da disturbo mentale grave, che circa il 30-35% presenta un Disturbo da uso di sostanze medio-grave e che circa il 50% della popolazione con disturbo mentale grave presenza anche un disturbo da uso di sostanze (Baranyi, Priebe 2019; Fazel, 2022). Tali evidenze hanno determinato la necessità di organizzare un unico servizio integrato per tutti i disturbi mentali, compresi i disturbi da uso di sostanza. Inoltre, la presenza di circa il 50% di soggetti che dichiarano uso di sostanze e altrettanti che manifestano sintomatologia anche transitoria per disturbo di adattamento, ha determinato la contemporanea necessità di articolare un’offerta di trattamento sanitario in grado di rispondere a richieste di consulenza continue e pressanti.

Le priorità di intervento sono state articolare su alcune direttrici principali:

  1. organizzazione del servizio, nel rispetto di quanto indicato dalla Riforma della Sanità Penitenziaria del 2008, con assegnazione di risorse professionali qualificate e con contratto di dipendenza (non solo specialisti convenzionati)
  2. definizione del Percorso Diagnostico Trattamentale Assistenziale, anche in collaborazione con la Medicina Generale (UOSD Assistenza Sanitaria Regina Coeli), approvato nel dicembre 2022. Il PDTA definisce il percorso clinico dall’Accoglienza alla Dimissione; il Piano di Trattamento è articolato in funzione della gravità clinica per intensità di cura, come da raccomandazioni del PANSM e gli indirizzi nazionali (Consulenza, Assunzione in Cura, Presa in carico)
  3. continuità assistenziale con i servizi territoriali per predisposizione concordata di PTI: sono contattati tutti i servizi per la salute mentale territoriali al fine di assicurare una presa in carico congiunta per i casi che presentano quadri clinici gravi
  4. sinergie e coordinamento con l’Amministrazione Penitenziaria, con incontri di staff sui casi gravi, momenti di formazione congiunta
  5. rapporti interistituzionali con l’Autorità Giudiziaria, al fine di assicurare i percorsi di cura appropriati.

Tre linee di linee di attività risultano di particolare rilevanza:

  • Revisione delle procedure diagnostiche e di inserimento per le Misure alternative alla Detenzione (MAD) ai sensi della normativa sulle droghe (DPR 309/90 e s.m.i.), al fine di ridurre al mimino i drop out durante i trattamenti esterni (in precedenza pari a circa il 75%). Da tale revisione è scaturita l’offerta di trattamenti strutturati motivazionali e la individuazione di successivi Programmi clinicamente appropriati
  • Proposizione di un programma sperimentale per la Salute Mentale, presentato alle Istituzioni competenti regionali e nazionali al fine di trasformare il reparto di II Accoglienza in luogo ove trattare i casi clinicamente gravi in spazi adeguati e con offerta trattamentale appropriata
  • Corso per i Peer Supporter, quale azione prioritaria per la prevenzione del rischio di suicidio e di autolesionismo: sono stati formati 15 detenuti peer supporter ed è stato redatto congiuntamente un Manuale Operativo in cui sono declinate finalità, modalità e raccomandazioni. Il Peer Supporter effettua la propria funzione centrata sulla relazione e avvalendosi delle competenze acquisite in base alla propria esperienza diretta.

In questo primo periodo di attività sono stati seguiti circa 1000 soggetti l’anno, di cui il 50% in consulenza anche ripetuta e circa 50% in assunzione in cura o presa in carico.

 

Dr.ssa Adele Di Stefano

UOSD SALUTE MENTALE E DIPENDENZE IN AMBITO PENALE

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