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Il Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio – CRARL

(a cura di Stefano Cavallari)

 

Il consumo di alcol rappresenta un rilevante problema per la salute pubblica a livello mondiale, a causa degli effetti che espleta in modo sia diretto che indiretto, tanto nell’immediato quanto nel futuro di chi lo assume. La tossicità dell’alcol non riconosce un valore soglia, presentandosi in modo progressivamente proporzionale al crescere delle dosi fin dai quantitativi più bassi. Perciò molti paesi, sulla base dell’assunto condiviso che “Less is better”, hanno adottato raccomandazioni sul consumo improntate alla prudenza.

Nel 2002 l’OMS rilevava la possibilità di attribuire all’alcol almeno il 10% di tutte le malattie, il 10% di tutti tumori, il 63% delle cirrosi epatiche, il 41% degli omicidi e il 45 % degli incidenti stradali. Per l’Italia i dati più recenti sono quelli del 2018 e riportano, per quell’anno, 1224 morti totalmente attribuibili all’alcol.

Secondo quanto riportato dall’ISS, nel 2022 in Italia il 67% della popolazione generale ≥ 11 anni ha consumato alcol e il 14,9 % della medesima popolazione generale ≥ 11 anni lo ha fatto con modalità a rischio, ovvero ha consumato in modo eccedentario (più di 24 g di alcol/die per i maschi, più di 12 g di alcol/die per le femmine e per i maggiori di 65 anni e più di 12g alcol/anno per i ragazzi fra gli 11 e i 18 anni) e/o ha messo in atto comportamenti di Binge Drinking, per un totale di consumatori a rischio di circa 8.000.000 di individui. Da sottolineare la differenza di genere che vede globalmente un consumo eccedente nel 13% dei maschi e nel 6,1% delle femmine, con una prevalenza del sesso maschile nella popolazione più adulta che si riduce con il diminuire dell’età, fino quasi al pareggio fra i due sessi nella fascia 11-17 anni, con un picco assoluto di consumo fino al 38,6 % per i maschi e il 36,8 % per le femmine nella fascia 16-17 anni.

Osservando in modo più ristretto la situazione nella nostra regione, la Relazione sul Fenomeno delle Dipendenze del DEP Lazio del 2022 riporta che sono stati trattati per Disturbo da Uso di Alcol (DUA) 3.888 pazienti. Utilizzando i dati del DSM 5, che riportano la prevalenza del DUA negli USA pari al l’8,5 % della popolazione generale maggiore di 18 anni e valutata la popolazione del Lazio nel 2022 pari a circa 5.700.000 individui (5.715.190) di cui maggiorenni 4.711.050, gli individui teoricamente affetti da DUA assommerebbero a circa 400.000 (399.500) soggetti, di cui solo 3.888 (9.7%) vengono trattati. Pur senza dimenticare che la trasposizione delle stime di prevalenza del DUA negli USA alla realtà italiana genera una certa approssimazione, appare evidente come il disturbo da uso di alcol rappresenti una patologia ancora intercettata in misura insufficiente.

Dati di questa portata non possono essere trascurati e appare necessario sia focalizzare maggiormente l’attenzione sui servizi dedicati al trattamento del DUA sia promuovere la diffusione di una corretta informazione sul loro funzionamento.

Nell’ambito della Azienda Policlinico Umberto I di Roma, fin dal 1979 era attivo il Servizio Speciale di prevenzione e cura dei danni epatici da alcol che, nel corso degli anni, si è specializzato fino ad essere riconosciuto, con Dlb. 5626 del 16.09.1997, quale Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio (CRARL). Nel 2019 il Centro è stato traferito (con DCA n° U00244 del 27.06.2019) dalla Az. Osp. Universitaria Policlinico Umberto 1° (PU 1°) alle competenze della ASL Roma 1, entrando a far parte del DSM e mantenendo la propria sede all’interno del PU 1° (nell’edificio della ex 6ᵃ clinica medica).

Nel contesto della delibera istitutiva del 1997, sono stati definiti gli ambiti di pertinenza del CRARL. Oltre a molti compiti di indirizzo, di coordinamento e di ricerca (verificabili nel documento istitutivo stesso), sono più direttamente rivolti alla popolazione assistita:  “la predisposizione, promozione e sperimentazione di protocolli coordinati, anche sperimentali, di intervento che prevedano la gestione dell’utente rispetto ad un percorso terapeutico e riabilitativo integrato e multidisciplinare, medico, psicologico e sociale”, e  “la predisposizione, promozione e coordinamento di modelli diagnostici sociali, medici e psicologici”.

Al fine di assolvere a pieno al proprio mandato, il CRARL, le cui prestazioni sono destinate a quanti le richiedano indipendentemente dalla residenza, si avvale di gastroenterologi, internisti, psichiatri, psicologi, infermieri e oss ed è articolato sul piano operativo in: A) Unità di accoglienza infermieristica; B) ambulatori (medico, psicologico, psichiatrico, in ambito di trapianto di fegato, per la sindrome alcolica fetale; C) Day Hospital.

Il trattamento, orientato ai casi che per le loro caratteristiche richiedano un intervento multidisciplinare, prevede un accesso libero previo appuntamento, (fissato direttamente dall’interessato al tel.: 06.4997.2095), una prima visita dietro presentazione di impegnativa del MMG per “Prima visita gastroenterologica” ed il successivo avvio al percorso di Day Hospital, per lo svezzamento dalla dipendenza, seguito dal percorso ambulatoriale, oppure direttamente al percorso ambulatoriale.

Una volta concluso l’iter descritto, il paziente viene reindirizzato ai servizi competenti per territorio o per patologia.

Per i casi che lo necessitano il CRARL si occupa anche della ricerca di strutture assistenziali a carattere residenziale. Il CRARL non prevede l’intervento sulla intossicazione acuta da alcol, per la quale i pazienti vengono inviati al PS del PU 1°, per essere seguiti in consulenza durante l’eventuale degenza e, alla dimissione, essere accolti per il trattamento di DH e/o ambulatoriale già descritto.

In considerazione della attuale collocazione funzionale nella ASL Roma 1, si auspica la costruzione di percorsi privilegiati per l’utenza proveniente dalle diverse UOC del DSM, con corsie dedicate per l’accesso al servizio, all’interno delle quali (ferma restando la richiesta personale di appuntamento da parte dell’utente a garanzia della propria motivazione) possa trovare spazio uno scambio approfondito di informazioni, con l’invio preliminare di una relazione da parte del servizio inviante, la restituzione di una scheda di dimissione da parte del CRARL al termine del trattamento e il mantenimento costante di un contatto fra i servizi durante tutto il percorso di riabilitazione da alcol.

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