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EFFETTO MICHELANGELO

Testi e interviste a cura dei volontari del Servizio Civile Universale della UOSD LABORATORIO MUSEO DELLA MENTE

 

Sofia Cusumano, Alessandra Guarnaccia, Giovanni Matera, Marta Paolucci.

 

 

 

Nelle giornate del 19 e del 20 gennaio 2024 presso le Corsie Sistine dell’Ospedale Santo Spirito in Sassia, si è svolto l’evento Effetto Michelangelo. L’arte come contesto e strumento dell’azione di cura di sé e degli altri. Evento organizzato dal comitato scientifico Cultura è salute dall’Associazione Club Medici in collaborazione con l’ASL Roma1, partner pubblica di questa iniziativa, al quale hanno anche preso parte alcune fondazioni, associazioni, strutture sanitarie, museali ed universitarie. L’evento si è aperto con saluti istituzionali e di benvenuto.

In prima battuta la parola è stata data al dott. Federico Russo, membro del comitato scientifico Cultura è salute che ha subito tratteggiato alcune linee giuda circa quest’evento, presentato come un momento di sintesi, di sinergia, di scambio tra personalità di scienza e di arte con l’obiettivo concreto di creare una contaminazione ed un dialogo utile per una crescita di e per la cura, la quale non è solo rivolta al paziente ma anche e soprattutto al medico che spesso rischia di cadere in un senso di spaesamento e burnout.

All’intervento del dott. Federico Russo è seguito quello del dott. Giuseppe Quintavalle, Commissario straordinario ASL Roma1, il quale ha sottolineato l’importanza del luogo in cui il tutto si è svolto, le Corsie Sistine, ambiente da poco restaurato e nuovamente donato alla collettività. Successivamente, il Commissario ha sottolineato come il benessere e la cura passino anche attraverso pratiche artistiche e come il processo di guarigione stimoli e chiami tutti i sensi a cooperare e collaborare. L’ospedale del Santo Spirito in Sassia, infatti, per la sua storia pluricentenaria e per la sua bellezza architettonica inevitabilmente si è prestato ad accogliere questo incontro incarnandone l’essenza: bellezza, patrimonio culturale e memoria si uniscono formando un bellissimo dialogo di cura a 360 gradi.

La prima fase dell’incontro è continuata con i saluti da parte del dott. Vincenzo Pezzuti, Presidente dell’Associazione Club Medici, il quale ha sottolineato che: “Effetto Michelangelo rappresenta una sfida per tutta l’Associazione; evento ricco di contenuti che ambisce a dare concretezza e forma all’affermazione Cultura è salute la quale non è soltanto una locuzione bensì un progetto reale che marcia ogni giorno sulle gambe di tanti protagonisti”. Ha continuato dando alcune note di spiegazione al titolo stesso dell’incontro, poi ulteriormente spiegato ed approfondito nel corso del pomeriggio dal prof.re Marco Iosa, ideatore di questo progetto di ricerca.

Effetto Michelangelo fa riferimento ad una pratica riabilitativa applicata principalmente su pazienti con deficit neurologici motori. Tramite la realtà virtuale i pazienti sottoposti a questa cura hanno potuto muovere con un braccio paretico un pennarello virtuale e scoprire così un dipinto nascosto. I risultati positivi raggiunti hanno mostrato come le arti siano un elemento di promozione e di recupero della salute e del benessere, diventando così un potente alleato nella cura e nella riabilitazione. La cultura diventa quindi salute anche nel momento in cui l’uomo entra in armonia con se stesso e con l’ambiente, innestando così processi di riabilitazione quotidiana di salute.

Il dott. Giuseppe Ducci, Direttore del DSM ASL ROMA 1, il quale ha declinato, in riferimento al tema principale dell’evento, un ulteriore legame: cultura e salute mentale. Ha approfondito questo legame asserendo che la cultura e il preservare della memoria potrebbero essere un ottimo punto di partenza per progettare il futuro, per combattere lo stigma, usando la bellezza e l’arte, e per ridonare non solo i diritti ma anche le responsabilità a tutti.

Il pomeriggio si è poi prolungato con vari semicerchi e momenti di condivisione che hanno visto alternarsi differenti relatori e relatrici aventi formazione mediche, artistiche, storiche e filosofiche. Si è discusso che rimettere al centro il paradigma della cura è una necessità nonché un’urgenza. Tale pratica, infatti, non deve riguardare solo un approccio biomedico, ma deve passare ad un modello biopsicosociale, che integri anche tutti i linguaggi dell’arte, andando a lavorare sull’armonia, antidoto alla malattia e trasformando il farmaco in un semplice rimedio, come ultima possibilità.

Alla fase dei semicerchi/incontri frontali è seguito un bellissimo spaccato di letture, laboratori, incursioni circensi da parte del gruppo Têtes de Bois, spettacoli ed esperienze che hanno coinvolto i presenti da tutti i punti di vista, lasciando agli stessi la possibilità di muoversi e scegliere le attività in base a proprie sensibilità e affinità.

Il secondo giorno è stato aperto da un’introduzione di Massimo Papi, dermatologo organizzatore di DERMART e membro del comitato scientifico di Cultura è Salute, che ha parlato del senso di queste giornate: promuovere il coinvolgimento dell’arte nella professione sanitaria e favorire il dialogo tra le realtà che si occupano di farlo.

Successivamente si è tenuto un semicerchio dal titolo “Natura e cultura fa rima con cura”, dove esperti provenienti dal campo della geologia, psichiatria e paesaggistica si sono interrogati sulla relazione tra salute mentale, natura e il modo di vivere e abitare lo spazio; è fondamentale curare l’ambiente, sia naturale che umano, se si vogliono curare le persone. I pazienti devono essere spinti ad avere un buon rapporto con il loro ambiente circostante per favorire la loro guarigione e integrazione.

Dopo aver ascoltato le domande dei partecipanti, la mattinata è continuata con un secondo semicerchio con tema “Il museo è un luogo di cura?”, dove esperti provenienti dai campi della direzione di musei, tra i quali Pompeo Martelli, direttore del Museo Laboratorio della Mente della ASL ROMA 1, storia dell’arte e giurisprudenza sono giunti alla conclusione che il museo è per sua natura un luogo di cura degli oggetti, ma è e deve continuare a essere un luogo di cura per le persone. La fruizione di esso deve essere fondamentale in un percorso terapeutico, in quanto se vissuto in maniera giusta può essere un luogo utile per l’educazione dei cittadini alla sensibilità verso il prossimo e per la riabilitazione dei pazienti.

A seguito delle domande dei partecipanti, la prima fase della mattinata si è conclusa con una performance dei Têtes de Bois, in seguito alla quale i partecipanti sono stati invitati a prendere parte a vari laboratori ed esperienze, tra i quali la visione di un cortometraggio sulla salute mentale realizzato dal gruppo di lavoro de Lo Spiraglio Film Festival della Salute Mentale.

La giornata è continuata con laboratori, semicerchi e performance, tra cui il Refugees live fashion show, una sfilata di moda realizzata dall’associazione Samifo -ASL ROMA 1, che si occupa di organizzare laboratori di design e creazione di abiti di alta moda con i rifugiati politici. Durante la performance è stata presentata la collezione “Linee”, dove i creatori degli abiti hanno raccontato la loro storia tramite la sartoria.

La serata si è conclusa con i saluti da parte del comitato scientifico e l’augurio che un evento simile si possa ripetere presto.

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